Approccio

Dieci coordinate per la Mediaetà

Ciascuna coordinata rappresenta un aspetto della Mediaetà, uno spunto, un orientamento, uno strumento, una modalità di approccio.

1. LA GENERAZIONE DEI SESSANTENNI: UNA RISORSA PER LA SOCIETÀ

La definizione di mediaetà designa la generazione di coloro che hanno tra i 60 e i 70 anni. Comprende chi è appena uscito dal mondo del lavoro (ed è pronto ad impiegare tempo ed energie su altri fronti), ma anche tante donne che hanno dedicato la propria vita alla famiglia. Persone con percorsi diversi, per storia ed esperienza, ma legate da alcuni tratti comuni: innanzitutto hanno vissuto da protagonisti gli anni del secondo dopoguerra, un periodo caratterizzato da enormi cambiamenti sociali, economici e culturali; in questi anni hanno accumulato un patrimonio, fatto di competenze tecniche e di sapienza di vita, che ora sono felici di poter condividere tra loro e tramandare alle generazioni più giovani; hanno sviluppato, soprattutto se vivono in paesi di piccole e medie dimensioni, un sentimento di appartenenza al territorio (inteso come luogo geografico ma anche come comunità di relazioni), e conservano la memoria storica dei mille cambiamenti avvenuti negli ultimi decenni.

2. I PICCOLI MONDI DELLE PERSONE

Il sentimento di appartenenza al territorio dei sessantenni si coniuga con l’esperienza dei piccoli gruppi. Oltre alla famiglia, ci sono le amicizie, il bar, la parrocchia, l’associazione, il gruppo di volontariato. Si tratta di esperienze quotidiane di relazione che hanno un legame, anche fisico, con i luoghi in cui si sono sviluppate: il paese, il quartiere, le strade. Un percorso progettuale sulla mediaetà deve dunque essere inserito in questi contesti relazionali e territoriali.

3. IL LABORATORIO: UN MODELLO PER ESSERE BREVI MA EFFICACI

La formula del laboratorio appare ideale per costruire percorsi d’incontro e condivisione di esperienze all’interno della mediaetà. Perché sa essere breve (ma non frettolosa), coinvolgendo le persone nell’arco di 5/6 incontri, senza chiedere loro una disponibilità eccessiva; e allo stesso tempo è efficace nel costruire relazioni e scambi tra i partecipanti.

4. I SAPERI DELLE PERSONE COME "SAPERI ESPERTI"

Ciascuno di noi può essere considerato “esperto”, tutti siamo portatori di esperienze legittimate da percorsi biografici e professionali. Queste esperienze e questi saperi vanno rimessi in gioco, per non rischiare che vengano dimenticati.

5. I LABORATORI COME GENERATORI DI LEADERSHIP

All’interno dei laboratori, possono emergere alcune figure capaci di catalizzare le relazioni, di animare e orientare le discussioni, di valorizzare gli altri partecipanti e mediare nei conflitti. Si tratta persone che per natura, al di là delle specifiche competenze, hanno una vocazione di leadership, che va accompagnata e potenziata, perché può diventare la scintilla di altri gruppi, di altre esperienze altrove sul territorio.

6. I LABORATORI NEL TERRITORIO

L’appartenenza al territorio va sottolineata e specificata. Non si tratta di costruire percorsi chiusi, dedicati a specifici gruppi o comunità con un patrimonio esclusivo di relazioni al loro interno. I laboratori si muovono nel territorio e nella rete più ampia di relazioni, anche pubbliche, che lo percorrono: le istituzioni, i servizi sociali e culturali, il mondo delle associazioni e quello della cooperazione.

7. I LABORATORI COME STRUMENTO DI INNOVAZIONE

La Mediaetà vuole rappresentare un percorso innovativo a vari livelli. Innanzitutto perché cerca di valorizzare le potenzialità di persone che non sono coinvolte in altri percorsi di partecipazione sociale (dunque non entra in concorrenza con le proposte delle singole associazioni); ma anche perché considera come patrimonio da valorizzare proprio una categoria sociale che lo stereotipo dominante giudica ormai improduttiva e dunque onerosa per le finanze pubbliche. Il nostro compito è di rovesciare questo stereotipo, avviando percorsi inediti di impegno sociale e culturale, che possono generare risorse anche sotto il profilo economico.

8. I LABORATORI COME STRUMENTO DI ACCOMPAGNAMENTO

Il laboratorio è un luogo di aggregazione e relazione tra persone che talvolta non hanno alle spalle esperienze analoghe, Per questo è necessaria una figura esterna, con un ruolo di facilitatore e coordinatore destinato a sfumare nel tempo per lasciare spazio al protagonismo e alla totale autonomia del gruppo.

9. I LABORATORI: DI COSA?

Se i laboratori sono il contenitore ideale, quali possono essere i contenuti? Il percorso della Mediaetà parte da un laboratorio base, che ha la funzione di aggregare le persone, avviare uno scambio tra loro, indagare proprio quelle aspettative ed esigenze che sono rimaste inespresse o non hanno trovato risposta.

10. LABORATORI DI LABORATORI

Il laboratorio base ne genera dunque altri, a cascata. Da qui nasceranno altri percorsi e altri contenuti, che potranno essere costruiti in autonomia o coinvolgere altri soggetti, spaziando dal tempo libero alle tematiche sociali, dalla cultura all’economia.